Cambia lo scenario politico in Veneto, dove il 32,5% dei cittadini ha votato Fratelli d’Italia: l’intervista che toglie ogni dubbio.
Il senatore Luca De Carlo, che in Veneto guida Fratelli d’Italia, si propone come forza guida per la prossima elezione regionale del 2025. Dopo i risultati delle ultime elezioni politiche, che hanno visto il partito ottenere il 32,5% dei voti nella regione, il coordinatore regionale afferma che è giusto che la presidenza veneta spetti al suo partito.
Elezioni regionali: cosa succede in Veneto
Le elezioni regionali del 2025 si preannunciano come un momento cruciale per il Veneto, una regione che ha visto Luca Zaia della Lega al governo per anni. Con la proposta di Fratelli d’Italia di candidare Luca De Carlo alla presidenza, il panorama politico regionale potrebbe subire un significativo cambiamento.
De Carlo – attuale sindaco di Calalzo di Cadore e presidente della commissione su industria, turismo e agricoltura del Senato – si dice “pronto alle scelte che la nostra leader Giorgia Meloni prenderà”. Con “un’ottima classe dirigente, tanti profili che possono fare il presidente”, spetterà sempre alla premier la decisione finale.
Fratelli d’Italia conquista un terzo dei veneti
Quello di Giorgia Meloni si posiziona come un partito in crescita, forte del consenso ottenuto nelle ultime elezioni politiche. Luca De Carlo evidenzia infatti che “il 32,5% dei veneti ha votato Fratelli d’Italia. Un veneto su tre ha scelto il nostro partito. E non è affatto un caso. Interpretando il pensiero di un terzo dei veneti, Fratelli d’Italia può ambire alla guida della regione“.
La candidatura del senatore veneto rappresenterebbe quindi non solo una scelta politica, ma anche la risposta a un’esigenza di rappresentanza espressa dai cittadini. Per quanto riguarda la proposta di eliminare il limite dei mandati per i governatori, che avrebbe potuto favorire una nuova candidatura di Luca Zaia, è stata bocciata da Antonio Tajani.
Secondo quanto dichiarato da De Carlo, Fratelli d’Italia valuterà attentamente pro e contro di questa proposta, bilanciando la necessità di ricambio generazionale con la possibilità per i cittadini di scegliere liberamente chi li governa.
